Turbolenze aeree: cosa sono e perché stanno aumentando

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Nel corso delle ultime due settimane, due voli hanno incontrato turbolenze sufficientemente forti da causare diversi feriti e, in un caso, anche un decesso per sospetto infarto. Ma cos'è la turbolenza, e come si forma? Ecco un approfondimento su questo affascinante fenomeno atmosferico che chiunque abbia preso l’aereo ha vissuto almeno una volta.

La turbolenza si riferisce ai movimenti irregolari di vortici d’aria che si manifestano tramite variazioni caotiche di velocità e pressione che possono causare oscillazioni e scuotimenti dell'aereo. Un chiaro esempio di turbolenza è il fumo di una sigaretta: il suo moto inizialmente laminare, ovvero senza vortici, dopo pochi centimetri inizia a diventare turbolento, creando i tipici vortici e circonvoluzioni.

I fenomeni di turbolenza più comuni che si possono incontrare durante un volo sono la turbolenza convettiva (masse d’aria ascensionali generate dal riscaldamento solare, particolarmente intense sopra superfici riscaldate come città o deserti), la turbolenza orografica (onde stazionarie nell'atmosfera che si formano quando un flusso d’aria uniforme incontra e scavalca un ostacolo, come le catene montuose, lungo la sua strada) ed il wind shear (forti correnti ascensionali e discensionali che si possono formare nei pressi delle zone temporalesche) e si manifestano a quote relativamente basse. Tuttavia, non sempre è possibile associare la turbolenza a condizioni atmosferiche visibili o rilevarla con strumenti. Questo è il caso della CAT (Clear Air Turbulence) o turbolenza in aria chiara che si forma quando due strati d’aria con temperature diverse si muovono a velocità differenti e l’interfaccia tra i due strati d’aria crea delle onde nell’aria che, rompendosi, diventano turbolente. È proprio questo tipo di turbolenza che hanno incontrato i voli Singapore Airlines SQ321 del 21 maggio ed il Qatar Airways QR017 il 26 maggio.

La CAT è solitamente più intensa in presenza di venti molto forti come le correnti a getto: dei “fiumi d’aria” dalla sezione trasversale di qualche decina di chilometri, che si estendono per migliaia di chilometri con venti che spirano da ovest ad est a velocità comprese tra i 150 ed i 400 km/h. Le correnti a getto si trovano nella troposfera, la regione dell’atmosfera più vicina alla superficie terrestre, ad una altitudine compresa tra i 6 ed i 12 km, la stessa dei voli di linea. Quando possibile, i piloti di linea che volano da ovest ad est cercano queste correnti per ridurre i tempi di volo ed i consumi. Essendo un tipo di turbolenza poco estesa in verticale, i piloti possono uscire dalla CAT portando l'aereo ad un’altra quota più in alto o in basso.

Secondo l’ultimo studio dell’ente statunitense FAA (Federal Aviation Administration), tra il 2009 ed il 2022 sono state 163 le persone, tra passeggeri e personale di bordo, ad aver subito lesioni gravi a causa delle turbolenze. Questo perché la CAT si manifesta in maniera così improvvisa che è molto difficile per i membri dell’equipaggio avvertire i passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza, aumentando il rischio di essere sballottati all’interno della cabina.

Sebbene i feriti a causa della turbolenza non siano una novità nel mondo dell’aviazione, un recente studio dell'Università di Reading suggerisce che il loro numero è destinato ad aumentare. La ricerca indica infatti che la presenza di turbolenza intensa nel Nord Atlantico è cresciuta del 55% negli ultimi anni, passando da 17,7 ore nel 1979 a 27,4 ore nel 2020. Lo studio attribuisce l’aumento della turbolenza ai cambiamenti climatici: l’atmosfera più calda, a causa delle maggiori emissioni di anidride carbonica, sta incrementando il wind shear all’interno delle correnti a getto, determinando un aumento delle regioni mondiali interessate dalla CAT.

La turbolenza è una parte integrante del volo. I piloti sono addestrati ad affrontarla e gli aerei sono progettati per resisterle. Tuttavia, a causa della sua imprevedibilità, è sempre consigliabile mantenere allacciate le cinture di sicurezza per tutta la durata del volo, indipendentemente dalle ultime notizie.